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Commenti al testo di Franca Colozzo
Un omaggio a tutti i giovani in fuga dallItalia.

Sei nella sezione Commenti
 

 Arcangelo Galante - 30/10/2017 21:13:00 [ leggi altri commenti di Arcangelo Galante » ]

Un invito da cogliere senza remora alcuna; grazie mille, Franca, per l’utile segnalazione. Un cordiale abbraccio da un poeta-amico.

 Franca Colozzo - 30/10/2017 12:48:00 [ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]


Caro Arcangelo, a proposito dei miei pensieri sui giovani italiani in fuga dall’Italia, t’invito a leggere i miei commenti scritti sulla mia pag. Linkedin, che citano i versi del poeta greco Konstantinos Kavafis, nella poesia: "Itaca" di cui ti riporto alcuni versi in spagnolo, tratti dal libro dello scrittore Paulo Coelho nel romanzo "El Zahir ":

"...Conserva siempre en tu alma la idea de Ítaca.
llegar allí, he aquí tu destino.
Mas no hagas con prisas tu camino:
mejor será que dure muchos años,
y que llegues, ya viejo, a la pequeña isla,
rico de cuando habrás ganado en el camino...".

Struggente poesia sul senso della vita, concepita come viaggio verso una meta che si raggiungerà dopo lunghe peregrinazioni. Il riferimento mitologico è al celeberrimo viaggio di Ulisse nell’Odissea. Il poeta afferma in questa lirica che non bisogna avere fretta di giungere a destinazione, alla propria "Itaca", ma bisogna approfittare del viaggio (e quindi della vita) per esplorare il mondo, crescere intellettualmente e ampliare il proprio patrimonio di conoscenze.
In ultima analisi, il senso di Itaca è proprio quello di fungere da stimolo per il viaggio, più che da meta da raggiungere e fine a se stessa. "Itaca" è un viaggio nel quale non è importante se la meta è poi deludente. È giusto apprendere il più possibile durante il viaggio, vivere esperienze, tenendo sempre presente il sentimento forte e deciso che porterà a destinazione. E se poi, giungendo ad Itaca, rimarremo delusi poiché non avrà risposto alle nostre aspettative, non saremo tristi. Itaca è stata la meta che ci ha fatto intraprendere il viaggio e la causa di tutte quelle belle esperienze.

Una riflessione ed un affettuoso saluto.

 Franca Colozzo - 30/10/2017 12:37:00 [ leggi altri commenti di Franca Colozzo » ]


Arcangelo, a proposito dei miei pensieri sui giovani italiani in fuga dall’Italia, t’invito a leggere i miei commenti scritti sulla mia pag. Linkedin, che citano i versi del poeta greco Konstantinos Kavafis, nella poesia: "Itaca" di cui ti riporto alcuni versi in spagnolo, tratti dal libro dello scrittore Paulo Coelho nel romanzo "El Zahir ":

"...Conserva siempre en tu alma la idea de Ítaca.
llegar allí, he aquí tu destino.
Mas no hagas con prisas tu camino:
mejor será que dure muchos años,
y que llegues, ya viejo, a la pequeña isla,
rico de cuando habrás ganado en el camino...".

Struggente poesia sul senso della vita, concepita come viaggio verso una meta che si raggiungerà dopo lunghe peregrinazioni.
Il riferimento mitologico è al celeberrimo viaggio di Ulisse nell’Odissea. Il poeta afferma in questa lirica che non bisogna avere fretta di giungere a destinazione, alla propria "Itaca", ma bisogna approfittare del viaggio (e quindi della vita) per esplorare il mondo, crescere intellettualmente e ampliare il proprio patrimonio di conoscenze.
In ultima analisi, il senso di Itaca è proprio quello di fungere da stimolo per il viaggio, più che da meta da raggiungere e fine a se stessa. "Itaca" è un viaggio nel quale non è importante se la meta è poi deludente. È giusto apprendere il più possibile durante il viaggio, vivere esperienze, tenendo sempre presente il sentimento forte e deciso che porterà a destinazione. E se poi, giungendo ad Itaca, rimarremo delusi poiché non avrà risposto alle nostre aspettative, non saremo tristi. Itaca è stata la meta che ci ha fatto intraprendere il viaggio e la causa di tutte quelle belle esperienze.

Una riflessione ed un affettuoso saluto. Franca

 Arcangelo Galante - 30/10/2017 09:43:00 [ leggi altri commenti di Arcangelo Galante » ]

Nonostante la speranza di una Italia, da rivalutare e da riscoprire meravigliosa che mai dovrebbe abbandonarci, purtroppo, ahimè, credo che i positivi desideri di parecchie persone, non si trasformeranno in realtà, prestissimo. L’Italia, si è divisa già da molto tempo, grazie specialmente ai politici e altri fattori esterni, che non sto a citare. Inoltre, i figli di tutti coloro appartenenti ad altri Paesi, pur se nati nella nostra penisola, non credo abbiano ereditato il dna del patriottismo italiano e neppure le basi di un mutuo soccorso, qualora le circostanze stesse della vita, lo richiedessero: troppi gli interessi personali in gioco, usati nel frammentare ogni possibilità di cambiamento costruttivo ed utile, al comune bene. Ci si può sentire uniti nelle idee, ma non di certo nelle regioni o, persino, ancora quando si vive sradicati da dove si è geneticamente nati. Il discorso è lunghissimo e meriterebbe seri approfondimenti e pagine di scritti. Perciò, mi piace sperare che saremo uniti nello spirito, pur se sparsi nel mondo. Veritiere le riflessioni esposte, colme di punti di vista comprensibili e condivisibili; aggiungo, persino, che moltissima gente, penso, si trovi in sintonia con il pensiero legittimo dell’autrice. Pubblicazione interessante!

 Angelo Ricotta - 30/12/2016 17:37:00 [ leggi altri commenti di Angelo Ricotta » ]

Le persone, non solo giovani, vanno via dall’Italia perché qui non trovano proprio niente, neanche i santi protettori che sono riservati a pochi eletti. Non è questione di coraggio, di iniziativa e di passione. Anzi direi che ci vuole molto più coraggio a rimanere. Per la stragrande maggioranza dei casi è una forzata necessità per non finire nell’indigenza. Si mandano via persone istruite per le quali famiglie e stato hanno speso tempo e denaro per qualificarle e importiamo torme di disperati. Proprio un bel cambio. La responsabilità di questo sfascio è innanzitutto in capo ad una pavida o interessata classe politica ostaggio di potentati economici e persino eterodiretta. Bisogna anche precisare che due delle persone da te citate sono state uccise da fanatici islamici e uno dagli sgherri di una feroce dittatura e non da una vaga "barbarie dei nostri tempi crudeli".